incesto
La figlia della compagna
di andsic
29.07.2022 |
39.392 |
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"Qualche volta ho visto il suo sguardo posarsi sulla mia patta, ma non mi soffermavo..."
Dopo la separazione iniziai a frequentare una donna, dopo qualche mese iniziammo a frequentare le rispettive case ed entrambi conoscemmo i nostri figli.Lei aveva una ragazza, poco più che diciottenne. Una bella ragazza, ma niente di particolarmente attraente.
All'inizio non andavamo d'accordo. Poi lei partì per l'università, una laurea triennale, seguirono due anni di specialistica, e poi, in attesa del lavoro tornò a casa.
I nostri rapporti erano diventati molto amichevoli. Ci rispettavamo entrambi, rispettando ognuno i propri ruoli.
Ogni tanto girava in déshabillé, ma vivendo nella stessa casa non ci facevo caso, anche se non potevo fare a meno di notare il suo seno e il suo sedere. Belli tondi e tosti. Da ventenne.
Qualche volta ho visto il suo sguardo posarsi sulla mia patta, ma non mi soffermavo.
Una sera si presentò a tavola con una canotta molto scollata ed un paio di pantaloncini blu, tipo volley, aderentissimi. Sotto la canotta non aveva reggiseno.
Il seno stava a fatica dentro ed i capezzoli erano dritti e sembravano volessero sfondare la stoffa.
Feci finta di nulla, anche se buttavo un occhio di tanto in tanto.
Dopo cena si mise sul divano, semidistesa, dopo un po iniziò ad allargare le gambe.
La madre non si accorse, ma lei si mise in direzione del mio sguardo. Apriva le gambe non appena mi distoglievo.
Ad un certo punto si alzò e dopo pochi minuti si ripresentò con dei pantaloncini diversi.Questa volta bianchi, palesemente senza intimo sotto. Non erano aderenti, ma molto sottili e larghi.
Si rimise nella stessa posizione. La peluria nera si intravedeva attraverso la tela dei pantaloncini. Tra un movimento e l'altro si intravedevano le grandi labbra.
Lei puntò la mia patta che si era rigonfiata.
Quando la situazione diventò difficile. ..... mi alzai e andai a letto.
Da quel giorno faceva di tutto per mostrarsi.
Si abbassava per mostrare il seno
Si chinava per mostrare il sedere
Un sera mi fece impazzire. Indossava sempre dei pantaloncini ed ogni volta che sua madre usciva dalla stanza, si passava la mano e poi un dito in mezzo alle gambe.
L'indomani mattina stavo per alzarmi e sentii che era sveglia.
Mi tolsi le mutande, indossai i pantaloni del pigiama, e con la mia erezione mattutina entrai in cucina.
Lei mi guardò, guardò la patta e disse: "Buongiorno, vedo che ti sei svegliato bene stamattina".
Le risposi: " .... e ieri sera sono andato a letto anche meglio".
Mi fece un sorriso malizioso, e nel modo di passarmi vicino si strusciò leggermente.
Passò qualche altro giorno.
Ogni tanto usciva dal bagno con l'accappatoio semiaperto a lasciare intravedere il seno.
Altre volte lasciava la porta del bagno semisocchiusa mentre era in reggiseno e perizoma.
Insomma ..... provocava senza mezzi termini.
Le giornate passavano tra una provocazione e l'altra. Un giorno capì che sbirciava dal buco della serratura mentre io facevo la doccia.
Finchè un giorno eravamo soli a casa.
Lei sistemava la sua camera e mi chiama per un aiuto.
La trovo in pantaloncini e un top corto bianco dal quale fuoriusciva da tutte le parti il seno.
Dei capezzoli, già duri, l'areola era già a vista e a malapena stavano dentro. I pantaloncini larghi e senza mutande sotto.
Mi sorrise maliziosamente.
Ebbi un sobbalzo tra le gambe.
Mi disse: "Io salgo sulla scala e tu mi passi gli scatoli, così li sistemo".
Salì. Le passai il primo scatolo.
Si girò ed alzando la gamba mi mostrò la sua splendida figa attraverso il pantaloncino.. La vedevo già bagnata
Il mio cazzo si drizzò.
Si girò. Un seno era uscito fuori dal top. Con molta tranquillità esclamò .... “….ops”. Sorrise e lo rimise dentro, ma non prima di uscire anche l'altro per sistemare il tutto.
Secondo scatolo. Stessa scena.
Terzo .... quarto .... stavo impazzendo.
La sua figa era bagnata.
Allo scatolo successivo mi dice : " .... Mi tieni? Ho paura di cadere"
La tengo per le gambe. Lei fa finta di cadere. Le metto una mano sul sedere.
“Tienimi meglio” mi dice.
Le afferro il sedere con entrambe le mani.
“Ti tengo” le dico. Le accarezzo il sedere. Poi le metto le mani sotto i pantaloncini. “Va bene così?” le dico. Inizia a muoversi per sentire megli le mie mani che la sostengono. Ad un certo punto fa un movimento, mi afferra il polso e mi poggia la figa sulla mano. È fradicia.
Le infilo un dito dentro. Lei sospira. Inizia a muoversi su e giù. Le dita diventano due.
La tiro giù dalla scala, e la abbraccio da dietro. Le sfilo il top. Le strizzo le tette. Sono durissime e i capezzoli sono due chiodi. Le piace. Appoggio il mio cazzo, che nel frattempo è diventato di marmo, sul suo sedere. Lei si muove per sentirlo meglio.
La faccio girare. Le succhio i capezzoli. Sono fantastici. Grossi. Duri. Li metto in bocca e li lecco.
La faccio risalire sulla scala le tolgo i pantaloncini. Ho la sua figa ad altezza di bocca. Una piccola peluria nera in cima. Poi tutta depilata. Le alzo una gamba e mi butto a capofitto con la lingua. E bagnatissima ed ha un sapore bellissimo. Un odore di figa inebriante. Lei sospira, mugugna, si muove, ansima …. E mi viene in bocca. Lecco tutto. Assaporo il suo godere.
Con le gambe tremolanti scende dalla scala. Si abbassa, mi tira fuori il cazzo. Me lo bacia. Me lo succhia. La sua lingua rotea sulla cappella. Con le mani mi massaggia le palle, poi mi succhia anche quelle e mentre me lo smanetta. Mi sento di scoppiare. La fermo un attimo per non venire.
Ci mettiamo sul letto ed iniziamo un 69 da favola.
Prima mi distendo sul letto e lei inizia un gran pompino. Poi apre le gambe e me le mette sulla faccia. Lei mi succhia e io la lecco. Si muove. Mi struscia la figa stracolma di umori sul mio viso. Lei avidamente non lascia il mio cazzo, piantato dentro la sua bocca. Io continuo a leccarla. Le palpo il culo. Le palpo le tette con i capezzoli che scoppiano. E mi viene nuovamente in faccia. Bevo i suoi umori.
Si sposta, si gira. Si siede sopra il mio cazzo … e se lo infila dentro. Inizia a cavalcarmi. Le tette sono di marmo e non si muovono nei sobbalzi. Gliele strizzo. Lei si muove come una forsennata. Io le stimolo il clitoride. Appena glielo tocco inizia ad ansimare, e come percossa da una scarica elettrica inizia a tremare, urla e viene nuovamente.
Ad un certo punto si gira e sempre con il cazzo piantato nella figa , mi da le spalle. Ho il suo culo in bella vista. E’ fantastico. Lo avevo sempre visto dentro i pantaloncini. Adesso è davanti a me. Nudo. Le natiche si aprono e si chiudono in base ai movimenti. Il buco è li. Che mi chiama.
Bagno un dito e glielo avvicino ne buco. Lei agevola il movimento. Glielo infilo dentro. Lo entro e lo esco ed inizio ad allargarglielo. Poi nei infilo due. Continua a cavalcare ed inizia a mugugnare.
Ad un certo punto si alza, si mette in ginocchio sulla sedia della scrivania e mi dice: “Lo so che ti piace il mio culo. Ti ho visto che me lo guardi sempre. Sei proprio un porco. Prendilo”
Non me lo faccio dire due volte. Mi avvicino. Prima glielo lecco per lubrificare un pò. Avvicino la cappella sul suo buchino. Le faccio sentire il calore del mio cazzo. Glielo appunto e la penetro.
Emette un urlo. Prima di dolore. Poi di piacere. .
Il suo culo è fantastico. Stretto. Caldo. Lei si muove. Dapprima mi limitavo a pochi centimetri nel penetrarla, non volevo farle male. Poi fu lei con i suoi movimenti ad aumentare la penetrazione. Fin quando il mio cazzo entrò tutto.
Le davo dei colpi assestati e ad ogni affondo corrispondeva un “siiii”
Sono al limite. Lei capì che stavo per venire. Mi disse di aspettare, si gira, si inginocchia e inizia a succhiarlo.
Io già al culmine, dopo poche leccate, le ho riversato tutto il mio sperma nella sua bocca. Gliel’ho riempita.
Non lo ha inghiottito tutto. Un po’ lo fece scivolare sul seno e se lo spalmò dappertutto. Poi ha raccolto quello che era rimasto sul seno, ha leccato le dita ed ha ingoiato tutto.
.... non diciamo niente alla mamma, mi disse, è il nostro segreto.
......... non è più capitato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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